Si cerca, od almeno lo fa chi ama il mondo del gioco pubblico ed i migliori siti legali di casino online, di “prevedere” con l’aiuto di una sfera di cristallo quali potranno essere le eventuali conseguenze sul mercato del betting qualora diventasse realistico il rinvio del “famigerato bando” al 2021. Però, per quanto riguarda il gioco, forse ci vuole assai di più che essere “chiaroveggenti”, bisognerebbe avere “poteri divinatori” che, certamente, chi scrive non ha. Ma a parte questi voli pindalici, si può fare qualche considerazione su questo “rinvio” o “spostamento” del bando e vedere che effetto potrebbe sortire su questo segmento di mercato del gioco.

La prima “conseguenza” che sovviene è, indubbiamente, quella che si verranno a sommare distorsioni sul mercato più di quelle che già esistono, che non trovano sbocco e che stanno procurando non poca inquietudine nei cuori degli addetti ai lavori: ma dire soltanto questo sarebbe onestamente alquanto semplicistico. A cascata, e questo è indubbiamente più rilevante sotto tanti punti di vista, verrebbero ad essere tradite le aspettative, più che legittime, dei numerosi operatori del gioco di poter entrare in questo segmento di mercato tramite la partecipazione ad un bando di gara che era già previsto per legge, e già in ritardo di un anno, sempre perché la legge nazionale non ha trovato la sua concretizzazione e non si percepisce neppure quando potrà “nascere” .

In questo balletto di annunci di bando e di slittamenti, poi, chi ci guadagna? La rete parallela, naturalmente, che corre “beata” in contrapposizione a quella dei concessionari attuali, leciti e paganti, che ancora possono beneficiare “di una esenzione dalla sanzione penale” ormai diventata prassi consolidata. E poi che dire di quegli operatori, attualmente gestori di concessioni altrui, che speravano “nel famigerato nuovo bando” per mettersi in proprio ed acquisire, quindi, il titolo per operare in concorrenza con gli altri concessionari? Il tutto magari facendo contratti di affitto mai diventati ufficiali ed investendo quattrini in un futuro commerciale che si sta allontanando sempre di più.

Ma tutte queste previsioni… non si avvereranno con grande sconforto di coloro che in questo evento avevano riposto aspettative. Aspettative di partecipazione al bando, manifestate più volte e sempre più apertamente dagli interessati, tanto da essere recepite in un parere dell’Agcm trasmesso all’Agenzia, che sarebbero mortificate non senza conseguenze che potrebbero essere portate davanti alle sedi dell’Unione Europea per venire acclarate le proprie ragioni: senza dimenticare che in quelle sedi nelle quali vengono confluite istanze motivate dalla libera impresa e dalla libera prestazioni di servizi vengono accolte con successo.

Altra considerazione (o riflessione) sul rinvio del bando dei casino online italiani: sembra che la sua definizione sia discesa dalle difficoltà che si stanno incontrando per trovare un’intesa all’interno della Conferenza Unificata, organo deputato a riscrivere le regole del gioco. L’addivenire di questo accordo sembra sempre più lontano ed improbabile ed allora ci si domanda: ma nel frattempo qualcuno ha preso qualsivoglia misura per contrastare “quella ludopatia” causata dall’attività di “quelle reti parallele” a quelle dei concessionari “ufficiali”? E qualcuno ha anche predisposto normative per provocare l’espulsione della raccolta “senza concessione” nelle vicinanze dei luoghi sensibili? La legge, si legge nei Tribunali, “è uguale per tutti”… ma questo probabilmente non vale per il gioco d’azzardo pubblico, lecito e legale.

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